sabato 5 marzo 2011

La liturgia delle stagioni nell'orto

Non si potrà certamente seminare di tutto. Ma dopo mesi di letargo invernale poter riempire di vita le fredde aiuole preparate con cura durante l'autunno o i primi semenzai ancora al riparo sotto serrette o fra doppi vetri è un'esperienza che mette adrenalina in circolo nel sangue dell'ortolano.
Molta cautela è ancora richiesta con pomodori, peperoni, zucche, zucchine, cetrioli e quant'altro. Per il momento di questi ortaggi solo dosi omeopatiche, in semenzai o vasetti riparati e destinati a coltivazioni da primizia, per le quali il rischio flop possa considerarsi accettabile. Gli ultimi colpi di coda dell'inverno sono ancora in agguato, meglio rimandare di qualche settimana l'orgia incontenibile delle semine primaverili in piena aria. Al contrario, con spinaci, cicorie, radicchi, lattughe, rucola, valeriana, piselli, fave, ravanelli, bietole e carote potremo rapportarci con più audacia, data la maggiore attitudine alla vita al fresco di questi ortaggi.
I più pigri, che durante l'inverno hanno appeso la zappa al chiodo e riposto i semi nel cassetto di un armadio polveroso, con l'aumento delle ore di luce riscoprono la passione per l'orto. Avranno però un bel da fare a eseguire in tutta fretta i lavori di preparazione del terreno, a vangare, concimare, sbriciolare le zolle e sistemare le prode. La semina è solo l'estasi finale, la conclusione di una lunga serie di fatiche che conferiscono alla liturgia delle stagioni nell'orto un rigore quasi mistico.
 

3 commenti:

semola ha detto...

Si, l'orto vuole cure tutto l'anno, anche quando sembra dormire.

Sara ha detto...

Io non faccio l'orto, almeno non ancora. A fine mese inizio a seminare i nastrurzi in giardini. Ciao.
Sara

Il matto ha detto...

E vai di semine!!!!!