domenica 8 giugno 2008

La neve di maggio

Passate alcune settimane dalle semine e spuntati i primi germogli, puntuale come il sole all'alba, con la calda brezza primaverile che spirava ad annunciare il bel tempo, arrivava la neve di maggio. Una mattina innumerevoli piccoli coriandoli bianchi volteggiavano nel cielo azzurro di un sabato tutto da vivere. La mia proverbiale pigrizia del week-end mi teneva rinchiuso in casa a sbadigliare fino al tramonto, mentre un sole compiacente scaldava i giardini e le strade della città. Se n'erano accorti l'origano che si ergeva con rinato orgoglio primaverile sul balcone della mia camera, i piccoli germogli delle zucchine che beffarde spalancavano i dicotiledoni al sole, il prezzemolo che infestava rigoglioso il fresco terriccio che lo ospitava da quasi due mesi, il pomodoro assetato che reclamava acqua da un asciutto vaso di terracotta.
Sono uscito poco dopo il crepuscolo, giacca sottobraccio per l'inevitabile ed incombente frescura della sera, con un via vai continuo di gente di fronte agli occhi ancora addormentati di un sabato tutto letargo.

Dovevamo aspettare maggio per vedere un sole ricominciare a risplendere: del resto non aveva altra scelta, nulla di nuovo.

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