martedì 24 marzo 2009

La rucola

Nei nostri orti esistono due principali varietà di rucola, appartenenti entrambe alla famiglia delle brassicaceae: la rucola domestica, detta anche rucola coltivata (eruca sativa) e la rucola selvatica (diplotaxix tenuifolia). Si tratta di due specie molto diverse fra loro, frequentemente confuse per via del nome e di alcune grossolane somiglianze che le accomunano.
Sostanziali sono tuttavia le differenze che ne contradistinguono i caratteri botanici. La rucola selvatica è una pianta rustica e perenne, presenta foglie allungate e frastagliate e fiori di colore giallo vivo. La rucola coltivata è una specie annuale, con foglie più larghe e arrotondate nella parte superiore e fiori di colore bianco-grigiastro.

Che si tratti di specie coltivata o selvatica, la rucola non presenta particolari difficoltà nella coltivazione, adattandosi praticamente a quasi tutti i tipi di terreno e a condizioni climatiche anche avverse. Può essere agevolmente portata a germinazione a partire dall'inizio della primavera o da gennaio-febbraio se il freddo non è particolarmente intenso. Si semina solitamente a spaglio direttamente nell'orto (basta un piccolo fazzoletto di terra per ottenerne grandi quantità) o in contenitori nei quali completerà tutto il suo ciclo vegetativo. In genere non necessita di trapianti o di particolari cure colturali, a parte la pulizia dalle infestanti e un'accurata cimatura per evitare di farla montare precocemente a seme.

La rucola selvatica può essere seminata una sola volta e fatta continuamente rivegetare nello stesso spazio del campo. Può accadere di vederla crescere spontaneamente nei terreni incolti o ai bordi di strade, fossi o campi coltivati. Quando sopraggiungono i mesi freddi la pianta entra in riposo vegetativo, per poi ricominciare a crescere rigogliosa in primavera. E' possibile coltivarla anche come annuale, seminandola all'inizio della bella stagione per il consumo primaverile-estivo e in tarda estate per il consumo autunnale.

La rucola coltivata presenta un ciclo vegetativo solitamente breve. Seminandola a febbraio-marzo e cimandola ripetutamente, è possibile tuttavia mantenere in produzione le piante fino a tutto l'inverno, grazie anche alla grande adattabilità climatica della specie. Come la rucola selvatica, si presta bene alla coltivazione in zone non particolarmente fertili dell'orto o in contenitori possibilmente al riparo dai venti. Associata a lattughini o cicoriette da taglio, costituisce ottimo complemento per misticanze da coltivare in cassette o vasi posti su balconi ben soleggiati. Dopo la semina, per accelerarne la germinazione, può essere utile mettere i vasi al coperto in ambienti riscaldati o coprire il terreno con strati di tessuto non tessuto. A germinazione avvenuta è necessario esporre immediatamente i germogli alla luce del sole per evitare un eccessivo allungamento degli steli e consentire una crescita robusta delle piante.

In cucina viene utilizzata in pesti e salse, nelle insalate insieme alle verdure crude o abbinata come contorno aromatico e decorativo ai cibi più svariati. Il sapore della rucola selvatica è generalmente più forte e marcato di quello della specie coltivata, le cui caratteristiche organolettiche possono variare in rapporto all'aridità del terreno e alla frequenza delle irrigazioni.

2 commenti:

Bruno Marello ha detto...

Io sono solito nominare la rucola come "insalata di facili costumi": ovunque butti il seme, nasce e vegeta copiosamente.
E pensare che 15 anni orsono nessuno se la filava più di tanto.

TroppoBarba ha detto...

Non sono un amante della rucola. Giusto due foglie sulla pizza. Questo non mi impedisce di apprezzare un ottimo post. Completo ed esaustivo. Ecco quel che cerco.

Ciao.